TERAMO – “L’atto aziendale della Asl è stato illustrato con il sereno coinvolgimento del territorio, è innegabile che la ricostituzione dei dipartimenti e le soluzioni individuate per il problema dei “primari a scavalco” erano priorità che andavano poste, ma per ogni scelta i territori non rimarranno inascoltati”. Così il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi ha commentato l’esito della convocazione del Comitato ristretto dei sindaci precisando come le priorità da indicare nell’atto aziendale definitive saranno discusse a stretto giro nel corso di una nuovo incontro con i sindaci. Intanto la prossima settimana si riunirà una commissione paritetica che affronterà le questioni poste sul tavolo per il rinnovo della convenzione con l’Università dell’Aquila, tra le quali la possibilità di attivare la riabilitazione nelle strutture pubbliche. Per quanto riguarda il San Liberatore di Atri il sindaco Gabriele Astolfi ha così commentato: “Non ritengo di dover giudicare l’operato di Varrassi, si tratta di un atto che recepisce il Piano sanitario regionale e che ha natura temporanea. L’amministrazione comunale prosegue nel suo impegno per tutelare e salvaguardare il presidio, volto soprattutto a risolvere i reali punti di debolezza che sono le liste di attesa e la mobilità passiva. In un’ottica costruttiva stiamo lavorando su alcune situazioni che sono in itinere, e che stiamo discutendo con i vertici aziendali, tra cui il Centro di Salute Mentale e la risonanza magnetica chiesta per Atri”. Nessun declassamento per il San Liberatore, sostiene Astolfi, per il quale è previsto un potenziamento delle apparecchiature diagnostiche, con l’acquisto di una “Tac a 16 strati” e di un Litotritore, unico nella provincia, macchinario per la terapia dei calcoli renali ed epatici senza intervento chirurgico, al servizio dei reparti di Urologia e Gastroenterologia. In previsione anche l’attivazione di un ospedale di Comunità con 12 posti letto gestito dai medici di base, la nascita, all’interno dell’Ostetricia, della branca “Analgesia del parto”, la cui mancanza comporta alla Asl oltre 300 parti fuori regione l’anno e l’attivazione della terapia radio-metabolica per la cura dei tumori, con la riapertura del reparto di Medicina Nucleare chiuso da quattro anni.“Qui non si tratta di fornire rassicurazioni – prosegue il primo cittadino – ma di fare una corretta e completa informazione, nel rispetto della cittadinanza, degli utenti dell’ospedale e di tutto il personale che vi opera”.
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